La storia del rosa: è sempre stato un colore femminile?

Il rosa è oggi il colore femminile per eccellenza. D’altronde quale altra tonalità può esprimere meglio la dolcezza, la delicatezza e l’innocenza di una bambina? In passato, però, le cose erano ben diverse. Sembrerà strano ma il rosa era utilizzato per vestire i maschi mentre il blu era il colore prediletto del gentil sesso.

La storia del colore rosa

La parola “pink” comparve per la prima volta nel Settecento. Già all’epoca, infatti, gli uomini indossavano molto il rosa e lo utilizzavano, in abbinamento al bianco, anche per gli interni delle proprie abitazioni. Era infatti considerato un colore forte, deciso, associato alla passionalità perchè prossimo al rosso. Il blu, invece, era il colore del cielo e del velo della Madonna e per questo veniva ritenuto il più adatto per vestire le bambine.

Negli Anni Trenta la svolta

Le cose iniziarono però progressivamente a cambiare novant’anni fa, all’inizio degli Anni Trenta del secolo scorso. Gli uomini, infatti, iniziarono a vestire prevalentemente degli abiti scuri che conferivano più serietà ed erano ritenuti più adatti a dei contesti professionali. Le donne iniziavano invece a vestire con più frequenza degli abiti chiari che veniva accostati alla sfera famigliare e domestica. Fino agli Anni Cinquanta il rosa ed il blu erano ancora intercambiabili. In quegli anni, però, veniva lanciata sul mercato la famosa bambola di Barbie che consolidò la moda del rosa associata al genere femminile.

Il significato del rosa

E’ un colore che trasmette tranquillità, che riesce a calmare e a infondere serenità. Chi predilige questo colore è capace di grandi amori passionali e dona tutto se stesso in totale abnegazione. Viceversa, chi rifiuta il rosa tendenzialmente ha paura di venire allo scoperto e di mostrare il suo lato debole temendo di venir ferito. Il rosa, con le sue molteplici sfumature, tinte e varianti, è ancora oggi uno dei colori più amati dalla moda.